VITTORIO EMANUELE III (1900-1946)   5 Lire 1901, argento gr. 24,98. D/ VITTORIO - EMANVELE III Testa nuda a sinistra; sotto SPERANZA. Rv: REGNO - D’ITALIA Aquila araldica coronata e spiegata a sinistra, caricata al centro dello scudo Savoia; in esergo, tra nodi Savoia, L•5 *R* 1901. Contorno incuso FERT FERT FERT tra nodi e rosette. Pagani 706, MIR 1134a, CNI 1, Davenport 142. NGC5781496-016 MS63PL. Rarissima. Fdc Il 5 lire 1901 è emesso in soli 114 esemplari. La ragione di un così esiguo numero di esemplari coniati è dovuta al calo del prezzo dell’argento alla fine dell’800 che aveva portato i Paesi membri dell’Unione Monetaria Latina (Francia, Italia, Svizzera, Belgio e Grecia) a limitare il conio di grandi monete d’argento già dal 1875. Questa limitazione si trasformò in una sospensione totale alla stipula della Convenzione Monetaria del 15 novembre 1878. L’Italia fu poi eccezionalmente autorizzata ad emettere 1.800.000 pezzi nel 1878 e 4.000.000 di monete l’anno successivo. La Francia, nel 1901 si oppose ad una nuova emissione di monete da 5 lire da parte del Regno, e quanto prodotto venne immediatamente rifuso ad eccezione di 114 esemplari che furono usati in parte dal Re per donativi alle più alte cariche dello Stato, circa una quindicina di esemplari. Il quantitativo rimanente fu posto in vendita a £.50, poi a £. 60 dalla Zecca invitando all’acquisto i numismatici che per la maggior parte furono comprati da collezionisti francesi e tedeschi. L’interesse suscitato da questa moneta fu notevole tanto che nel 1918 aveva una quotazione di 600 lire e nel 1929 raggiunse le 1.500 lire. Il 5 lire 1901 interrompe la tradizione che da Vittorio Emanuele I, per le monete in argento, rappresentano il Sovrano con la testa destra. Trattasi del più bel esemplare che abbiamo avuto modo di vedere, dai fondi speculari